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venerdì 14 gennaio 2011




Andammo ad iscriverci io e alcune mie amiche e ci presentarono subito il ns/ nuovo insegnante.
A sorpresa ci trovammo di fronte una ns/ vecchia conoscenza un compagno di classe che l ‘ anno prima si trasferì dalla ns/ città al Nord Italia.
Ci accolse con entusiasmo a tanta gioia e pazientemente iniziò a darci le prime lezioni. Ci promise che quando saremmo diventati bravi di farci fare un percorso nuovo intorno alla montagna che pochi conoscono indicandocelo.
Le mie due amiche Cristina ed Elisa, però, incuriosite si allontanarono dalla pista dirigendosi verso la zona indicata da Paolo il ns/ insegnante.Lui se ne accorse e le rimproverò dicendogli: “Non fatelo! Se vi capita qualcosa come fate?
Aspettate che l’ Uomo della Montagna vi aiuti?” Le mie due amiche rimasero incredule e si domandarono giustamente chi fosse questo Uomo della Montagna.
Lui gli spiegò che si trattava di una leggenda che circola da queste parti ed iniziò a raccontarla durante la pausa/ lezione.
Descrisse attentamente la sua storia “Tanti anni fa vi fu un bambino che veniva preso in giro da tutti perché albino fuggì sulla montagna ed essendo molto piuttosto piccolo venne allevato da una cerva bianca come la neve.
Quando la cerva morì ormai il bambino che era già uomo si rivestì della sua pelle.
Continua a vivere nelle montagne e porta aiuto a tutti coloro che sono in difficoltà anche se nessuno lo ha mai visto.”
Passarono i giorni e, arrivati quasi al termine delle lezioni, prima di salutarci con Paolo, decidemmo tutti insieme di far questo nuovo percorso il giorno dopo.
Aveva però nevicato tutta la notte e la mattina dopo c’era un sole splendente per questo motivo Paolo ci consigliò di cambiare programma e di fare un giro in paese:Elisa e Cristina non vennero e con una scusa iniziarono a percorrere insieme il percorso della gita indicatogli da Paolo precedentemente anche se non lo conoscevano bene.Iniziarono a sciare e si trovarono tutte sole intorno accompagnate dal magnifico panorama imbiancato con la presenza di macchia di alberi.
Ad un tratto Cristina si sentì chiamare e guardandosi intorno non vide nessuno, dopo un po’ si accorse che un’ enorme blocco di neve si stava staccando in alto sopra di loro.
Impaurite iniziarono a correre ed istintivamente si aggrapparono entrambe ad un albero.
Vennero quasi travolte dalla montagna di neve che li buttò a terra dandogli solo un grande spavento.
Dopo un po’ nuovamente Cristina si sentì chiamare e quando si girò scoprirono le impronte come delle frecce che gli indicavano la strada.Entrambe le mie amiche la seguirono a trovarono fra gli alberi uno chalet tutto chiuso.
Ma dopo un sussurro, un bisbiglio….. istintivamente Cristina seppe cosa fare una voce, la stessa che gli ha indicato la strada gli fa trovare la chiave per entrare nello chalet.Io e il mio maestro di sci Paolo non vedendole arrivare eravamo molto preoccupati anche perché avevamo saputo che vi era stata una slavina.La stessa voce dell’ Uomo della Montagna diede una intuizione a Paolo e gli disse di andare allo chalet nella macchia.
Nel frattempo Cristina ed Elisa si sono riscaldate e riposate e si erano messe a cercare cibo. Io accompagnai Paolo e fu proprio così che le incontrammo.
Ci raccontarono tutta l’ andamento della storia e fummo tutti più convinti che la leggenda narrata corrispondeva a verità. Fu proprio l’ Uomo della Montagna sia a salvare le mie amiche dal pericolo sia a farcele ritrovare.

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